La tendenza di passare a processi produttivi a canale più stretto permette di decrementare i costi di produzione e incrementare la capacità degli SSD basati su memorie NAND Flash, attualmente di gran lunga inferiori a quelle degli hard disk tradizionali. Come abbiamo già visto in più occasioni, i nuovi processi produttivi portano ad incrementi delle error rate e in molti casi anche ad una minore durabilità delle celle, decrementandone l'aspettativa di vita.
Questo nuovo studio mette in luce ora un altro aspetto finora sottovalutato. Aumentare il numero di celle per mm^2 potrebbe condurre a prestazioni inferiori sia per quanto riguarda il throughput, sia per quanto riguarda le IOPS, che potrebbero rendere gli SSD inadatti a contesti applicativi particolarmente esigenti in termini di prestazioni (tipicamente server e applicazioni enterprise).
In questo contesto potrebbe emergere la nuova tecnologia PCM di cui vi abbiamo parlato alcuni mesi fa.
Questo nuovo studio mette in luce ora un altro aspetto finora sottovalutato. Aumentare il numero di celle per mm^2 potrebbe condurre a prestazioni inferiori sia per quanto riguarda il throughput, sia per quanto riguarda le IOPS, che potrebbero rendere gli SSD inadatti a contesti applicativi particolarmente esigenti in termini di prestazioni (tipicamente server e applicazioni enterprise).
In questo contesto potrebbe emergere la nuova tecnologia PCM di cui vi abbiamo parlato alcuni mesi fa.
Leonardo Angelini
Redazione XtremeHardware
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