Ars spiega però che il procedimento di votazione di urgenza, chiamato da ISO "fast-track", prevede che i rappresentanti dei vari paesi membri, come il V1, abbiano ancora una chance per esprimere il proprio voto: entro i primi di settembre i comitati che non hanno formulato una decisione finale, come il V1, potranno infatti ricorrere ad una serie di ballottaggi. In questo caso, però, i voti di chi ha votato per il "no" e per l'astensione si sommano, elevando il quorum per il "sì" da 2/3 a 3/4. Il regolamento integrale è disponibile qui.
Maggiori dettagli sulla votazione americana, e sulla situazione delle forze in campo, si trovano in questo articolo di BetaNews.com.
Come si è detto, anche in Italia le cose non sembrano essere andate nella direzione auspicata da Microsoft. Qui l'organismo responsabile di esprimere un voto per Open XML è UNINFO che, stando a dati ancora ufficiosi - ma confermati da più parti - ha votato a favore dell'astensione.
Alcuni degli esponenti italiani della fazione del "no", come Mimmo Cosenza e l'avvocato Carlo Piana, hanno denunciato nelle scorse settimane l'iscrizione in massa a UNINFO di società che hanno rapporti di partnership con Microsoft. C'è chi vede dietro a questo fenomeno, per altro rilevato anche in USA, Danimarca, Portogallo e altri paesi, la volontà di Microsoft di influenzare il voto a favore del proprio formato. Cosenza arriva persino a parlare di "reclutamento di nani e ballerine per biechi scopi di cassa", e loda il celebre ricercatore e imprenditore italiano Leonardo Chiariglione per aver deciso di astenersi dal voto.
"Per fortuna, ad opporsi a questa situazione vi sono state numerose società del mondo del Software Libero (detto anche open source) e associazioni varie, come il MiLUG, il LUGBZ e il LUGTS, ma anche il TIS e Assoli", ha scritto invece Piana sul proprio blog.
Proprio negli scosi giorni l'Associazione PLIO (Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org), ha diffuso una nota in cui elenca alcuni dei motivi per cui, a suo modo divedere, "il formato dei file di Office 2007 non è pronto per diventare uno standard". Motivi in parte già per altro espressi nella petizione anti-Open XML che ha preso vita lo scorso giugno. Petizione a cui si contrappone quella voluta da Microsoft a sostegno della sua grande bataglia per vedere riconosciuto a livello internazionale il suo formato Open XML, già eletto a standard da ECMA.
Fonte: PuntoInformatico